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Sono passati tre mesi ed è giunto il momento di fare un riepilogo dei libri letti finora: quasi tutti libri interessanti e che mi sono piaciuti, che hanno parlato specialmente di tempi passati, con incursioni nel presente e un distopico sul futuro che verrà. Comincio con due classici che consiglio vivamente e di cui trovate una recensione completa cliccando sul link.
“Frankenstein” di Mary Shelley: durante una gita in barca Mary Shelley ideò quello che poi sarebbe diventato uno dei romanzi più famosi di tutti i tempi, “Frankenstein”. L’impressione leggendo il libro è che la fine sia già annunciata. Uno dei primi romanzi gotici che gli amanti del genere non dovrebbero lasciarsi sfuggire.
“La famiglia Aubrey” di Rebecca West: è un romanzo che, narrandoci le vicende di una famiglia particolare, ci accompagna a ritmo di musica tra i cambiamenti in corso nel XIX secolo. Seppur lento è una storia che ho molto apprezzato e non vedo l’ora di leggere il seguito.
Tra i libri che mi hanno convinto in pieno, ci sono questi.
“L’imperatore di Portugallia” di Selma Lagerlöf: la prima scrittrice, svedese, che vinse il premio Nobel e che qui ci regala una storia sull’amore familiare. Il suo stile mi ha conquistata.
The Passenger Islanda: è il primo volume di una serie dedicata a vari paesi del mondo. Per questa prima tappa andiamo in Islanda a conoscere le abitudini e le caratteristiche tipiche degli islandesi. Bellissimo e vi farà venire voglia di visitare questo affascinante paese.
“La vera storia del pirata Long John Silver” di Björn Larsson: le memorie del pirata più conosciuto della letteratura. Divertente, entusiasmante e immancabile per gli estimatori dell’Isola del tesoro.
“Figlie di una nuova era” di Carmen Korn: è il primo volume della trilogia del secolo. I grandi sconvolgimenti storici si ripercuotono sulle vite di quattro ragazze, Henny, Käthe, Lina e Ida. Da non perderselo e da rileggere in attesa dell’uscita del seguito l’8 aprile.
“L’annusatrice di libri” di Desy Icardi: già dal titolo si intuisce la trama di questo libro che celebra l’amore per la letteratura attraverso il naso di Adelina e il passato da soubrette della zia Amalia. Una gioia per i lettori, divertente e leggera.
Questi invece i libri che ho trovato affascinanti per lo stile o per la loro struttura narrativa:
“In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo” di Roland Schimmelpfennig: un lupo gira per una Berlino triste e sconsolata, dirimendo le sorti dei personaggi che intralciano il suo cammino. L’autore è un celebre drammaturgo tedesco che sembra proprio far muovere i suoi personaggi sul palcoscenico di un teatro.
“Cronache di un gatto viaggiatore” di Hiro Arikawa: il punto di vista è quello di un gatto che se ne va in giro per il Giappone in compagnia del suo padrone. La prospettiva felina diverte, anche se non mancano alcune considerazioni più profonde e un finale toccante.
“Mandami tanta vita” di Paolo Di Paolo: ciò che emerge è un ritratto romanzato della figura dell’antifascista e intellettuale Piero Gobetti. Una storia che giunge al cuore del lettore grazie allo stile particolare dello scrittore.
“La bambina che guardava i treni partire” di Ruperto Long: l’orrore della seconda guerra mondiale raccontato con gli occhi di una bambina e di altri suoi protagonisti sotto forma di documentario, senza però abbandonare i tratti tipici di un romanzo coinvolgente.
“V.I.T.R.I.O.L.” di Vito Ditaranto: la Cabala spiegata ai non addetti in modo semplice e facendosi guidare dal mago Joshua Tree che deve contrastare il temibile e misterioso Artigliatore. La scelta di ambientare il romanzo a Venezia contribuisce ulteriormente a intrigare il lettore.
“La sirena e Mrs Hancock” di Imogen Hermes Gowar: un romanzo di un’autrice esordiente inglese che ci catapulta con il suo linguaggio e stile nell’Inghilterra del XVIII secolo. Sullo sfondo il canto della sirena che determina lo sviluppo dell’intreccio.
Per terminare due libri che non mi hanno entusiasmato malgrado le ottime premesse:
“Frutto del diavolo” di Tom Hillenbrand: un thriller culinario che però non decolla mai veramente.
“Alfabeto di fuoco” di Ben Marcus: riprende il concetto che le parole facciano male e per questo l’autore immagina un futuro dove i bambini sono portatori di un virus che uccide gli adulti, un virus che si sprigiona attraverso la comunicazione. Il potenziale c’è ma non è purtroppo rientrato nelle mie corde.
E voi conoscete questi romanzi? Qual è la vostra opinione? Come sempre per un assaggio di tutti questi libri vi basta consultare Cocktail di citazioni.