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Rinascita e nuove speranze in “È tempo di ricominciare” di Carmen Korn

Rinascita e nuove speranze in “È tempo di ricominciare” di Carmen Korn

Il secondo volume della trilogia del secolo riprende dove avevamo lasciato “Figlie di una nuova era“: siamo nel 1949 e la Germania si sta riprendendo dopo la fine della seconda guerra mondiale. Se il primo volume è stato caratterizzato dall’intensità degli eventi, in “È tempo di ricominciare” di Carmen Korn, tradotto da Manuela Francescon per Fazi Editore, si dedica più spazio alla leggerezza. D’altronde è in corso un vero e proprio boom economico e malgrado la stretta morsa di Stati Uniti e Russia, che sfocerà nella guerra fredda, si guarda con animo ben disposto al futuro.

Come al solito, l’autrice ci narra le vicende di Henny, Käthe, Ida, Lina e della nuova generazione, strettamente legate ai grandi eventi storici e che vanno a braccetto con la rivoluzione dei costumi sociali dell’epoca: si pensi all’aborto, al divorzio, al ’68. Il ritmo rimane incalzante e si susseguono molti dialoghi, come siamo stati abituati in precedenza dal primo romanzo. La Korn immortala così una storia di lungo respiro, dove gli eventi nella vita dei personaggi si succedono vorticosamente, intrufolandosi di tanto in tanto nel racconto con qualche suo velato commento, ma lasciando al lettore il compito di trarne insegnamenti e riflessioni. Proprio come al cinema siamo noi gli spettatori di questa saga, fatta di gesti, parole e azioni.

In “È tempo di ricominciare” si respira aria di rinnovamento e non è un caso che si dia maggiore spazio ai figli delle quattro amiche, approfondendo però anche personaggi come la madre di Henny, Else Godhusen, e la cara Guste. Ancora una volta Carmen Korn rende chiaro come i grandi eventi influenzino le vite dei piccoli e dato il periodo più florido che rappresenta, non stupisce che l’arte, in tutte le sue forme, acquisti un ruolo più predominante.

Il romanzo si presenta perciò come un collegamento tra quello che è stato e quello che sarà, lasciando ancora una volta sulle spine per conoscere l’evolversi delle vite di questa grande famiglia, composta da Henny, Käthe, Ida e Lina, ma anche da tanti altri, che impariamo ad amare in questo nuovo capitolo della trilogia del secolo.

Anche questo libro si presta a essere accompagnato da un buon cocktail, suggerito ancora una volta da Louise, che propone a Lina un “Manhattan rivisitato” con bourbon, qualche goccia di angostura e bitter all’arancia.

Consigliato per chi ha letto “Figlie di una nuova era”, per chi ama le storie di lungo respiro con un piede nel passato e uno nel futuro, per chi non ha paura di emozionarsi e rivivere i grandi avvenimenti del XX secolo.

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Guste aveva sempre avuto la capacità di creare dei riti, delle abitudini che rendevano la vita più calda e confortevole ai membri della sua famiglia allargata, tanto che spesso non dovevano nemmeno accendere il riscaldamento.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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