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I segreti di una famiglia: “La mia Ingeborg” di Tore Renberg

I segreti di una famiglia: “La mia Ingeborg” di Tore Renberg

Ogni famiglia ha i propri riti, piccoli e grandi drammi che si sviluppano all’interno di una cerchia ristretta di persone. Tutte sono storie diverse, che si svolgono spesso tra quattro mura e lasciano questioni in sospeso, pezzi di un puzzle da rimettere insieme. Nel romanzo “La mia Ingeborg” di Tore Renberg, tradotto da Margherita Podestà Heir per Fazi, Tollak ci racconta la sua vita, proprio quando ormai la fine è vicina, cercando di dirimere i punti più bui del suo animo e facendo chiarezza a mano a mano su alcune dinamiche familiari, mettendo in luce la sua storia, che è indissolubilmente la storia della sua famiglia, ma anche la storia di sua moglie Ingeborg.

In un lungo monologo a tu per tu con la pagina scritta e i suoi lettori, scopriamo gradualmente la vita di Tollak, svelata dapprima lentamente e poi in maniera sempre più incalzante, quasi come se fosse un thriller, nel quale il mistero viene risolto solo alla fine e, come nella migliore tradizione, non lesina sorprese e colpi di scena. La scrittura di Renberg appare asciutta e semplice, eppure dimostra una certa scaltrezza nel trattare in maniera tutto sommato avvincente tematiche importanti, che emergono come memorie di un uomo finito.

La mia Ingeborg” è la storia familiare che non ti aspetti, non tanto per le vicissitudini e il messaggio comunicato, ma quanto piuttosto per il modo in cui si sviluppa la trama, che si dipana in maniera lucida, schietta e persino brillante grazie alle parole del protagonista creato dall’autore. Per tutti questi elementi, il romanzo si presenta sia come un classico racconto di una famiglia, sia un thriller venato da forti connotazioni psicologiche; in questo modo il lettore si ritrova avviluppato nella storia, intrigato da quanto potrebbe succedere e infine persino scioccato da quanto emerge. Qualcosa che ormai non è affatto scontato.

Consigliato per chi ama i thriller, chi legge storie familiari, chi frequenta la letteratura nordica, per chi cerca qualcosa di originale dai molteplici risvolti, per chi ama i romanzi intimi e i memoir, per chi sperimenta tra generi diversi, per chi dà importanza anche alla forma, per chi ricerca un effetto in un certo tipo di scrittura.

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La citazione dal libro:

Vivevo e basta. Non ci avevo mai riflettuto seriamente. Hillevi era mia figlia, io ero suo padre, tutto qui, e non vedevo nessuna nuvola nera sopra le nostre teste. Vivevo e basta. La vedevo dormire, la vedevo andare a scuola, la vedevo mangiare, vedevo che stava bene, la vedevo sugli sci.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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