Tutti siamo stati bambini e ci sono ricordi che ci portiamo dappresso anche da grandi: dalla prima neve al Natale fino ad arrivare ai riti familiari, nostri soltanto e che custodiamo gelosamente insieme alle persone care. Proprio attingendo dalle sue memorie, Tove Jansson racconta episodi della vita di una bambina alle prese con piccole e grandi scoperte legate all’inverno. Così tra i bellissimi paesaggi della Finlandia si dischiudono verità, pensieri e riflessioni, scaturiti dalla mente e visti con gli occhi di una bambina.
Ogni tassello è indispensabile per andare a formare un mosaico di storie racchiuse in “Il libro dell’inverno” di Tove Jansson, tradotto da Carmen Giorgetti Cima. Con una semplicità disarmante l’autrice ci svela il suo mondo, introducendoci all’arte della sua famiglia, fonte d’ispirazione per lei e di cui parla più da vicino nel capitolo conclusivo “Congedo”. Se da una parte è tra le mura di casa che sviluppa un forte senso artistico, dall’altra anche la natura occupa un posto di rilievo nell’infanzia della scrittrice, andando a influenzare la sua produzione. Non è un caso che oltre ad aver dedicato un libro all’inverno, abbia anche scritto “Il libro dell’estate“, dove la piccola Sofia si affaccia alla vita insieme alla nonna, da cui trarrà degli insegnamenti importanti così come la nonna si troverà a confrontarsi con una diversa prospettiva.
Partendo da due pilastri ben saldi, come l’arte e la natura, Jansson fa procedere la vita, che come un bozzolo prima di diventar farfalla, muove i suoi primi passi in un ambiente privilegiato e protetto, punto d’inizio per spiccare il volo e modellare il futuro, per trasformarsi in ciò che si vuole essere.
Seppur “Il libro dell’estate” mi sia piaciuto di più, anche “Il libro dell’inverno” offre degli spunti interessanti e per coloro che amano lo stile di Tove Jansson è senz’altro da leggere.
Consigliato per chi ha letto “Il libro dell’estate”, per gli amanti di Tove Jansson, del nord e della Finlandia, per chi vuole ritornare bambino e per chi ha voglia di perdersi in episodi legati al periodo invernale o per chi semplicemente apprezza l’alternarsi delle stagioni e tutto quello che la natura ha da offrire in ogni momento.
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La mamma ci sa fare con le feste. Non mette mai tutto in tavola e non invita mai la gente. Sa che l’unica cosa che crea davvero atmosfera è l’improvvisazione. È una bella parola, improvvisazione. Papà deve uscire e andare a cercare conoscenti. Possono essere in qualsiasi posto in qualsiasi momento. Certe volte non si trova nessuno. Ma spesso sì. E poi viene a tutti voglia di andare da qualche parte. E si finisce da qualche parte. È importante, questo.
Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.