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Tra i paesaggi svedesi con un pizzico di fantasia: “L’imperatore di Portugallia” di Selma Lagerlöf

Tra i paesaggi svedesi con un pizzico di fantasia: “L’imperatore di Portugallia” di Selma Lagerlöf

Si svolge nella magnifica cornice della natura svedese il romanzo di Selma Lagerlöf, pubblicato per la prima volta nel 1914, “L’imperatore di Portugallia“, edito da Iperborea e tradotto da Adamaria Terziani. La scrittrice, premio Nobel per la letteratura nel 1909, si concentra qui sull’amore che lega i genitori ai figli, sottolineando il tumulto di emozioni che Jan di Skrolycka prova alla nascita della sua unica figlia, Klara Gulla (nome che si ispira alla bellezza e alla luminosità del sole). Con il tempo assistiamo alla crescita della bambina e alla trasformazione di Jan che stravede e farebbe di tutto per lei. Quando, per aiutare i genitori, Klara Gulla è costretta ad andare in città e a spiccare il volo con le sue forze, Jan rimarrà solo con la moglie Kattrinna, ma rispetto all’inizio della storia saranno uniti: la figlia è effettivamente riuscita a rafforzare il loro rapporto.

Era stato grigio tutto il giorno; ma proprio in quell’istante ecco che il sole si aprì uno squarcio tra le nubi e fece cadere i suoi raggi sulla bambina. “Non mi meraviglio che tu voglia dare una occhiata alla pupetta prima di tramontare”, disse Jan al sole. “Vale proprio la pena di guardarla.” Il sole brillando ancora più intensamente gettava una luce rossa sulla bambina e sulla casetta.

La sorte però a un certo punto smette di sorridere a Klara Gulla che imboccherà una strada sbagliata e le voci su di lei giungeranno fino al suo paese natale. Tuttavia Jan non accetta la verità e andrà ben oltre, immaginando una realtà alternativa in cui lui è padre dell’imperatrice di Portugallia, quindi l’imperatore di Portugallia, posto inventato in cui si è elevato a un rango superiore proprio per l’unicità e l’importanza di sua figlia. Ecco che realtà e immaginazione si fondono, assumendo contorni fantastici, ma che sarà di conforto per quel padre sofferente per la figlia lontana, perché incapace di aiutarla o di sapere come sta realmente. La recondita speranza trasfigura quindi la realtà e gli farà credere nella sua immaginazione.

La scrittrice svedese parla quindi al cuore di genitori e figli, raccontando l’amore tra i più puri e sinceri che possano esistere, costantemente in bilico tra verità e immaginazione in un ambiente tanto caro alla Lagerlöf, le valli di Askedelar nella provincia di Värmland.

Consigliato per chi vuole farsi emozionare da una storia non proprio usuale che parla di amore familiare e buoni sentimenti.

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Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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