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Un ritratto romanzato di Piero Gobetti: “Mandami tanta vita” di Paolo Di Paolo

Un ritratto romanzato di Piero Gobetti: “Mandami tanta vita” di Paolo Di Paolo

Fonte immagine: Globewanderin

Torino, anni ’20. Mussolini sta cominciando la sua ascesa e a contrastarlo ci sono i movimenti antifascisti. In questo clima si delinea la storia di due giovani: da una parte Moraldo, alle prese con l’università e che ancora cerca di farsi strada nel mondo, dall’altra Piero Gobetti, determinato e già fondatore di un giornale politico e culturale malgrado la giovane età. Le vite dei due protagonisti viaggiano in parallelo per poi incontrarsi solo una volta, anche se l’uno ammira l’altro mentre l’altro ne ignora quasi l’esistenza. In un continuo scontro-incontro, ricercando qualcosa di inafferrabile e irraggiungibile, Paolo Di Paolo ci consegna un ritratto di un importante intellettuale dell’epoca, affiancandolo a un personaggio inventato, che ci mostra ciò che lui vede.

A comporre e a legare insieme i tasselli di “Mandami tanta vita” è la scrittura dell’autore, a tratti quasi futurista, che si sofferma spesso su riflessioni letterarie e fa percepire il clima di una Torino che porta in sé i primi germi del fascismo. Perciò ad affascinare del romanzo non è tanto quello che racconta, ma il modo in cui lo fa, che contribuisce a dare un alone peculiare e un carattere distintivo alla storia.

Si potrebbe criticare la staticità di Moraldo, il suo continuo essere osservatore della propria vita; si potrebbe chiedersi se fosse davvero necessario introdurre il personaggio di Carlotta; si potrebbe pensare che lo scambio di valigie potesse essere un espediente usato meglio ai fini del romanzo…ma in fin dei conti tutto risulta funzionale e viene perdonato alla luce di quanto emerge: un omaggio alla figura di Piero Gobetti, magistralmente concepito nello stile e con le parole di Paolo Di Paolo.

Consigliato per chi ama i romanzi d’autore, per gli appassionati di letteratura, per coloro che sono interessati ai ritratti d’autore, agli amanti degli storici e a chi vuole approfondire il periodo pre-fascismo.

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Aveva detto Retorica. Aveva detto Cortigianeria. Aveva detto Demagogismo. Aveva detto Trasformismo. Aveva pesato ciascuna di queste parole. Aveva detto che erano le storiche malattie italiane e che nel fascismo erano riassunte tutte. Aveva detto Tirannide. Aveva detto Esilio in patria. Aveva detto Resteremo al nostro posto.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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