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Perdersi nell’universo con The Passenger Spazio

Perdersi nell’universo con The Passenger Spazio

Fonte immagine: Globewanderin

Il desiderio di esplorare, conoscere nuovi mondi, è insito nell’uomo. Il progresso della scienza ha fatto sì che sia possibile spingersi oltre i confini terrestri per sapere cosa c’è nella galassia e rispondere ai grandi interrogativi dell’universo (o almeno provarci): c’è vita al di là della Terra? Siamo soli nell’universo? La Luna, Marte sono abitabili o vi esiste già una qualche forma di vita? Da questi spunti prende le mosse il volume di The Passenger Spazio, che questa volta non ci porta a conoscere un paese, come ha fatto con The Passenger Islanda, o una città, come ha fatto con The Passenger Berlino, ma intraprende un percorso spaziale che apre le porte a informazioni e riflessioni interessanti, su cui forse non ci confrontiamo ancora abbastanza.

La corsa spaziale risale al periodo della Guerra Fredda, quando Stati Uniti e URSS rinforzavano i loro armamenti e si sfidavano anche là nello Spazio, facendo a gara a raggiungere per primi la Luna. Al giorno d’oggi la ricerca è intrapresa dalla Cina che ha costruito il radiotelescopio più grande al mondo per trovare le prove di un’intelligenza extraterrestre, come scritto nel reportage “Primo contatto” di Ross Andersen, tradotto da Fabio Deotto. L’interesse della Cina verso lo spazio è affermato anche dalla recente letteratura fantascientifica, che sta riscuotendo ultimamente un certo successo, ad esempio con la trilogia dei Tre corpi di Liu Cixin:

Nel 2017, l’Accademia cinese delle scienze invitò Liu Cixin, il più importante autore di fantascienza del paese, a visitare il nuovo avveniristico radiotelescopio nel Sudovest della Cina. Con un diametro quasi doppio rispetto al disco dell’osservatorio americano di Arecibo nella giungla di Porto Rico (crollato nel 2020 dopo che un terremoto lo aveva gravemente danneggiato), l’antenna cinese è la più grande del mondo, per non dire dell’universo. Nonostante sia sufficientemente sensibile da rilevare la presenza di satelliti spia anche quando non stanno trasmettendo, viene impiegata principalmente per scopi scientifici, incluso uno piuttosto insolito: è infatti il primo tra i grandi osservatori terrestri a essere stato progettato appositamente per captare un messaggio proveniente da un’intelligenza extraterrestre. Se nel prossimo decennio dal cielo dovesse arrivare un segnale di questo tipo, la Cina potrebbe essere la prima a sentirlo.

“Primo contatto” di Ross Andersen, tradotto da Fabio Deotto.

A raccontare di alcune missioni nello Spazio è Frank Westerman in “C’eravamo tanti odiati”, tradotto da Elisabetta Svaluto Moreolo, mentre uno studio sulle particelle elementari dell’universo viene condotto ai laboratori del Gran Sasso di cui ci racconta Paolo Giordano in “L’universo sottoterra”. E che dire della possibilità offerta a chiunque fosse interessato di raggiungere Marte per dare vita a un progetto di colonizzazione pioneristico? Un biglietto di non ritorno per Marte, per poi scoprire che in realtà era solo un tentativo irrealizzabile, come documentato in “Era tutto pronto” di Elmo Keep, tradotto da Luigi Maria Sponzilli.

Immaginate di dover scovare un puntino grigio, sbiadito, grande come un segno di matita e in continuo movimento, sulla parete di un palazzo. L’unica speranza è che quella parete sia perfettamente bianca. Bianca, liscia e uniforme. Per questo si va in cima alle catene montuose per osservare i segnali delle stelle remote. Per questo si manderanno i satelliti in orbita per afferrare le orbite gravitazionali, increspature leggerissime dello spaziotempo che abitiamo. E per questo sono stati scavati degli hangar qui, sotto la montagna più maestosa della dorsale appenninica. La purezza che si cerca ai laboratori del Gran Sasso è di un tipo inconsueto: è radiopurezza.

“L’universo sottoterra” di Paolo Giordano.

I saggi e i reportage di The Passenger Spazio sono poi corredati da approfondimenti sugli investitori dei viaggi spaziali, su alcuni pianeti e sui numeri relativi alla ricerca spaziale, senza dimenticare i consueti spunti cinematografici, libreschi e musicali. E siccome anche l’occhio vuole la sua parte, alla scrittura sono abbinate foto realizzate da Francesco Merlini, Samuele Pellecchia, Raffaele Petralla, Massimo Sciaccia, Giaia Squarci e Scotto Typaldos, così da rendere questo viaggio nello spazio anche visivo.

The Passenger Spazio è un volume di approfondimento su uno sviluppo futuro che solleva interrogativi conosciuti dall’alba dei tempi, portando prove per sostenere la propria tesi e informare su una dimensione a noi lontana, ma che esercita comunque un certo fascino: lo spazio, qualcosa di molto lontano, i cui segreti però sembrano ora più vicini.

Consigliato per chi ama il progetto The Passenger, per gli amanti della saggistica e dei reportage, per chi legge i giornali, per chi s’interroga sui grandi temi della vita, per chi vuole vagare con la mente ma attingendo a una tematica concreta, per chi legge romanzi fantascientifici, per chi sta cercando una lettura diversa, per chi legge per informarsi, per chi è affascinato dallo spazio, per chi crede che non siamo soli nell’universo.

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Curiosità

Il progetto The Passenger, ideato dalla casa editrice Iperborea, ha visto la luce nel giugno del 2018 con il volume dedicato all’Islanda. Da allora sono usciti in totale 18 volumi, che trattano non solo di paesi ma anche di città o addirittura stati, com’è il caso dell’ultima uscita dedicata alla California. Alcuni di questi libri sono stati tradotti in inglese, spagnolo e portoghese. Custodi particolare di questa serie, che ribadiscono il loro collegamento alla letteratura nordica nella quale è specializzata la casa editrice, sono Hugin e Muninn, i due corvi della mitologia norrena che viaggiano nel mondo per portare notizie e informazioni a Odino; sono diventati ormai il logo che contraddistingue ciascuno dei volumi di The Passenger.

Queste e altre citazioni sono raccolte nella pagina Cocktail di citazioni.

Non perdetevi l’articolo dedicato a The Passenger Olanda.


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