Capita spesso che un oggetto risvegli in noi un ricordo e ci riporti alla mente sensazioni passate; d’altronde un’esistenza si riempie di momenti, che una volta trascorsi diventeranno inevitabilmente dei ricordi. Prendendo le mosse da un simile concetto, ci addentriamo nella storia creata da Desy Icardi in “La ragazza con la macchina da scrivere”, in cui viene raccontato il presente e il passato di Dalia Buonaventura, una dattilografa di Avigliana.
È una verità universalmente riconosciuta che una donna in possesso di una lunga storia abbia bisogno di una memoria adeguata.
Incipit di “La ragazza con la macchina da scrivere” di Desy Icardi
Come nel precedente romanzo “L’annusatrice di libri”, anche qui la scrittura e i libri ricoprono un ruolo importante: grazie all’inseparabile macchina da scrivere, una Olivetti MP1 rossa, Dalia ripercorre il suo vissuto, in particolare il periodo della Seconda Guerra Mondiale, segnato dal fascismo sul piano storico e da incontri che determineranno un cambiamento per lei, diventando quasi un passaggio verso l’età adulta. Per amore, dalla cittadina si trasferirà a Torino e dovrà fare i conti con una nuova autonomia, a riprova del fatto che un sentiero non è sempre rettilineo.
In “La ragazza con la macchina da scrivere” assistiamo da vicino al presente di Dalia, il 1994, che, ormai settantenne, dopo un ictus, trova il modo di riprendere le fila della sua vita grazie alla macchina da scrivere; solo scrivendo riuscirà a ricomporre tutti i tasselli mancanti dalla sua memoria e a gestire nuovamente il normale corso degli eventi. Con questo romanzo Desy Icardi ci consegna così una bella storia, che si alterna tra presente e passato, facendoci conoscere Dalia e facendoci rincontrare dei vecchi conoscenti, come l’avvocato Ferro (già apparso ne “L’annusatrice di libri”).
Anche questa volta l’autrice ci presenta l’amore sotto molteplici forme e in particolare quello per i libri è più vivido che mai; un amore che attinge e fa riaffiorare ricordi, che avvolge e si intrufola prepotentemente sul proprio cammino, com’è accaduto con l’avvocato Ferro.
Nel corso della sua vita l’avvocato aveva avuto ben poche donne in carne e ossa, ma certo non aveva lesinato sulle fidanzate letterarie e Madame Bovary era stata una delle sue amanti più fedeli e appassionate. Se Emma Bovary fosse stata una donna reale, e se lui avesse avuto l’onore d’incontrarla, la poveretta non avrebbe finito col suicidarsi. Erano stati i romanzetti d’amore letti in gioventù ad avvelenarla ben prima dell’arsenico, facendole desiderare disperatamente un’esistenza al di sopra delle sue possibilità.
Un’attenzione particolare viene data questa volta al senso del tatto, che si esprime tramite la macchina da scrivere, ribadendo la tangibilità della pagina scritta e quasi a voler concretizzare i ricordi, che prendono vita dalla carta.
Curiosità
Nel 1876 è stato scritto il primo romanzo dattiloscritto, ovvero “Le avventure di Tom Sawyer” di Mark Twain. Per altre informazioni legate agli scrittori che usavano la macchina da scrivere, si rimanda all’articolo su Il Libraio.
In conclusione, “La ragazza con la macchina da scrivere” di Desy Icardi è un romanzo appassionante che ci parla di libri e persone nella maniera in cui l’autrice ci ha abituato, legando sensi ed emozioni alle parole, trasportandoci nella storia di un’altra epoca con un occhio al presente e un piede nel fantastico mondo dei libri e della scrittura.
Consigliato per chi ha letto “L’annusatrice di libri”, per chi è appassionato di storie ambientate durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, per chi cerca una storia da leggere tutta d’un fiato, per i lettori di classici, per chi ama guardare indietro al passato senza perdere di vista il presente, per chi riconosce l’importanza dei ricordi, per chi scriveva a macchina e continua ad apprezzarne il fascino, per quelli che amano scrivere e raccontare.
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La citazione dal libro:
Dalia estrasse il primo foglio dal carrello e infilò rapidamente il secondo, le sue dita volavano veloci sui tasti pur senza scorgerne le lettere, ma il non poter vedere cosa stesse scrivendo era disagevole. Una volta riemersa dall’oscurità, sarebbe stata costretta a sorbirsi ancora una volta le imprese della marchesa Matilde, alla ricerca di eventuali errori di battitura.
Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.
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