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Dalla parte della giustizia: “Il diritto di opporsi” di Bryan Stevenson

Dalla parte della giustizia: “Il diritto di opporsi” di Bryan Stevenson

In un paese democratico si dà per scontato che la legge sia uguale per tutti, eppure nei fatti non sempre è così, come emerge leggendo “Il diritto di opporsi” di Bryan Stevenson, tradotto da Michele Zurlo, per Fazi. In una grande nazione come gli Stati Uniti, non sono rare le ingiustizie e purtroppo, molto spesso, a pagarne lo scotto sono i poveri, gli indifesi e la gente di colore. Per loro, nei fatti, il diritto alla giustizia non è garantito e devono lottare di più per averlo riconosciuto. Per questo il giovane avvocato Bryan Stevenson ha fondato l’associazione senza scopo di lucro EJI, Equal Justice Initiative, per aiutare le vittime di pene ingiuste ed eccessive, a partire dall’incarcerazione a vita senza condizionale per crimini commessi da bambini fino ad arrivare alla pena capitale, per crimini non certi o in realtà mai commessi.

Ci troviamo in Alabama, uno stato del sud in cui non è ancora vietata la pena di morte e che fino a tempi recenti ha visto l’avanzare di movimenti contro i neri, la promulgazione della segregazione razziale e, in generale, episodi seri e gravi di razzismo. Proprio qui comincia la battaglia di Bryan Stevenson, che segue da vicino casi di afroamericani, condannati alla pena capitale senza un adeguato processo, a dimostrazione che il verdetto è stato emesso più per discriminazione razziale che per la gravità del crimine in sé (non sempre così grave da giustificare il giudizio imposto). Sono tante le testimonianze che si intrecciano alla storia principale di Walter McMillian, condannato nel braccio della morte per un omicidio non commesso e per cui mancavano le prove. Eppure si è preferito credere alla sua colpevolezza e non accettare versioni diverse da quella fasulla e prefabbricata, cosa che ha ribadito l’inefficacia del sistema, avallando la corruzione e beffando il vero senso della giustizia.

L’avvocato, autore di questo potente libro, denuncia terribili verità e mette in dubbio la validità della pena di morte e di dure sentenze emesse ai danni di persone povere o affette da gravi disturbi mentali. Si possono trarre innumerevoli considerazioni da un testo simile, che indaga a fondo sul concetto di giustizia e dà prova tangibile del fatto che la realtà non sia mai tutta bianca o tutta nera, ma in ogni situazione ci sono tantissime sfumature da analizzare, quelle attenuanti che a volte non vengono prese in considerazione durante i processi.

Il diritto di opporsi” di Bryan Stevenson tratta di una tematica forte, in cui le parole pesano come macigni e vanno dritte al cuore di una questione spinosa, ferendo e descrivendo una realtà difficile da immaginare e digerire. Com’è possibile che nel XXI secolo accadano ancora ingiustizie simili e per di più a comminarle è una potenza mondiale come gli Stati Uniti d’America? Ancora una volta i fatti ribadiscono come questa nazione sia piena di contraddizioni e più imperfetta di quanto si auspicherebbe. Per migliorare il sistema e per far prevalere davvero la giustizia, questo libro andrebbe letto da tutti, per sperare così che un giorno non se ne stia più qui a parlare e che i fatti descritti siano solo un triste anche se terribile spaccato di una società di un tempo.

Consigliato per aprire gli occhi, per chi lotta contro le ingiustizie, per chi crede nella giustizia, per chi pensa che la pena di morte sia giusta, per chi vuole una società migliore, per chi vuole fare qualcosa anche nel suo piccolo, per chi non immagina che possano ancora accadere situazioni simili in posti civilizzati, per gli studenti, per i cittadini di oggi e di domani.

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La citazione dal libro:

Alla fine, sono giunto alla convinzione che la misura autentica del nostro impegno per la  giustizia, del carattere della nostra società, del nostro impegno per l’autorità della legge, per l’imparzialità e l’uguaglianza non possano essere misurati dal modo in cui trattiamo i ricchi, i potenti,  i privilegiati e coloro che tra noi vengono rispettati. La vera misura del nostro carattere è data dal modo in cui trattiamo i poveri, gli svantaggiati, gli accusati, i carcerati e i condannati.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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