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Oltre l’apparente mistero: “La verità sul caso D.” di Charles Dickens, Carlo Fruttero e Franco Lucentini

Oltre l’apparente mistero: “La verità sul caso D.” di Charles Dickens, Carlo Fruttero e Franco Lucentini

Fonte immagine: Globewanderin

Nel 1870 Dickens muore improvvisamente per un’emorragia celebrale, lasciando incompiuto il suo ultimo romanzo “Il mistero di Edwin Drood”. Inutile dire come molti interrogativi rimangano aperti e come il lettore venga privato di una degna conclusione a questo tentativo di romanzo poliziesco. Perciò più di 100 anni dopo, Fruttero e Lucentini decidono di trovare una soluzione al caso, in modo originale e inaspettato. Dalla loro penna scaturirà un’indagine con i migliori detective della letteratura dalle tinte intriganti, con una verve unica e informazioni che mescolano la realtà con la finzione.

Ci troviamo a Roma ad assistere al MED, il convegno in cui si dovrà risolvere il mistero di Edwin Drood. Sin da subito compaiono facce note ai lettori di gialli, come Sherlock Holmes e il suo assistente Watson, Hercule Poirot e la sua fedele spalla, il capitano Hastings, il Dr Wilmot, Maigret, Dupin (detective nato dalla penna di Edgar Allan Poe), il sergente Cuff (ideato dal rivale di Dickens, Wilkie Collins), Nero Wolfe e persino l’ispettore Bucket, creato da Dickens stesso. Con queste premesse inizia la lettura de “Il mistero di Edwin Drood” di Charles Dickens, tradotto per Einaudi da Luca Lamberti, che viene presentato a noi lettori e ai detective per l’analisi del caso.

Se da un lato tocca fare i conti con lo stile ampolloso e ricco di particolari di Dickens, dall’altro Fruttero e Lucentini alleggeriscono la storia e ci regalano una divertente indagine sui numeri che compongono il romanzo di Dickens, proponendoci infine diverse tesi. Moderno e antico si combinano insieme dando vita a “La verità sul caso D.”, un romanzo mai scontato e arguto, che si presta a varie interpretazioni, non ascrivibile a un unico genere. Come il romanzo di Dickens, anche “La verità sul caso D.” ha i tratti di un poliziesco, va però ad attingere a nozioni di critica letteraria, aggiungendo riflessioni sulla realtà circostante, sulla letteratura, sul teatro e molto altro. Un mix interessante che dà vita a un esperimento letterario, scritto a sei mani da uno scrittore inglese del passato e da due artisti italiani del secolo moderno. Per una lontananza di tempi e di spazi, non si sono mai incontrati, eppure “La verità sul caso D.” di Carlo Fruttero e Franco Lucentini dà un importante contributo e un giusto arricchimento all’inconcluso mistero di Edwin Drood.

Consigliato per chi cerca qualcosa di ben scritto e originale, per gli amanti dei gialli, per i fan di Dickens, per chi ha letto Wilkie Collins, per chi ama leggere i classici inglesi, per chi vuole scoprire scrittori italiani meritevoli, per tutti quelli che amano le sperimentazioni, per chi è interessato a tutte le forme d’arte, per chi non ha paura di lasciarsi sorprendere, per chi sta cercando qualcosa d’insolito.

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La citazione dal libro:

Un applauso più nutrito dei precedenti, quasi un’ovazione, saluta la fine dell’ultimo discorso; e i membri del gruppo Drood, che quasi nello stesso momento hanno terminato la loro lettura, hanno per un istante l’impressione che il folto pubblico stia spellandosi le mani per Dickens. Così doveva essere quando il grande scrittore raccoglieva di teatro in teatro una quantità di denaro recitando con foga, con eccezionale bravura di attore, i passi più drammatici dei suoi romanzi.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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