Un mix di libri con citazioni on the rocks

Prologo di una vita: “Infanzia” di Tove Ditlevsen   

Prologo di una vita: “Infanzia” di Tove Ditlevsen   

Ci sono romanzi che affascinano con la loro storia, con i loro artifici, con il loro modo di giungere al cuore delle cose; ce ne sono altri, invece, che conquistano con la loro semplicità, con le loro parole e riescono comunque a rimanere impressi nelle nostre menti. Di questi ultimi fanno parte le autobiografie, che raccontano le vite romanzate dei loro creatori, una categoria nelle quale rientra il libro della scrittrice danese Tove Ditlevsen, “Infanzia”, il primo di una trilogia dedicato alla sua vita, tradotto da Alessandro Storti, per Fazi.

Come già si intuisce dal titolo, la scrittrice parla della prima parte della sua vita, non intesa solo come infanzia in senso stretto, ma piuttosto come il periodo della spensieratezza, poco prima di entrare nel mondo adulto, anche se già in tenera età non sarà priva di preoccupazioni. Proveniente da una famiglia povera di Copenhagen, sin da subito emerge la sua vena da scrittrice, che tiene nascosta alla famiglia per paura di venire derisa. Timori, d’altronde, non del tutto infondati. Saranno le sue poesie a spingerla alla riflessione e a permetterle di trovare un rifugio tranquillo, al riparo dalla vita di tutti i giorni, non sempre piacevole.

Il pregio di “Infanzia” è senz’altro quello di andare dritto al cuore delle cose, affrontando con una scrittura senza fronzoli, ma precisa ed elegante, la complessità del vivere. La scrittura si propone quindi come mezzo salvifico e dà la possibilità al lettore di catturare uno scorcio di una realtà, vicina o lontana, a seconda delle proprie esperienze. Trattando di argomenti comuni a molti, la Ditlevsen seduce e avviluppa nel vortice della sua esistenza, lasciando quel senso di attesa che invoglia a scoprirne di più nei capitoli successivi.

Curiosità

Il libro della Ditlevsen è stato riscoperto solo ora, a 46 anni dalla sua morte. In questo caso, in editoria, si parla di “ripescaggio”, un fenomeno che è stato messo in luce da un articolo de Il Post.

Infanzia” non è un romanzo nel classico senso del termine, ma si tratta della descrizione poetica della realtà, vista proprio con gli occhi di chi l’ha vissuta in prima persona, cioè la scrittrice stessa, Tove Ditlevsen, che ci regala un sentiero che porta ai suoi pensieri, alla sua storia o semplicemente al suo vissuto, quello che di più le appartiene, qualcosa di prezioso che ha deciso di condividere con il mondo, e di questo non si può che ringraziarla, perché altrimenti non saremo mai venuti a conoscenza di quanto lei scrive.

Consigliato per chi ama le biografie, per chi apprezza la scrittura semplice e senza orpelli, per chi è curioso di conoscere altri punti di vista, per chi si fida del giudizio altrui e vuole leggere qualcosa  che è stato accolto favorevolmente dalla critica, per chi ragiona su quanto legge, per chi cerca qualcosa di vero, per chi legge la letteratura nordica, per chi si apre a nuove possibilità ed esperienze, per chi cerca una lettura agile ma memorabile, non banale e ricca di significato.

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La citazione dal libro:

Ci sono tuttavia fatti incontrovertibili. Sono rigidi e inamovibili come i lampioni in strada, con la differenza che questi ultimi cambiano almeno di sera, quando il lampionaio li tocca con la sua bacchetta magica. Allora s’illuminano come grandi e soffici girasoli nella sottile striscia di confine tra la notte e il giorno, dove tutti gli esseri umani si muovono pianissimo, lentissimi, come se camminassero sul fondale dell’oceano verde. I fatti incontrovertibili non s’illuminano mai, e non possono intenerire il cuore come Ditte, figlia dell’uomo, uno dei primi libri che leggo.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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