In genere, sono gli anni migliori della nostra vita, quelli in cui ci affacciamo sul futuro, germogliano i sogni che si cercano di concretizzare, si aspira all’indipendenza. Alcuni tratti caratteristici della giovinezza. Di questo tratta anche il secondo capitolo della trilogia di Copenhagen, scritta da Tove Ditlevsen, “Gioventù”, tradotto in Italia da Alessandro Storti per Fazi.
Ritroviamo la prosa semplice ma elegante della scrittrice che ci fa largo tra i suoi sentimenti, le sue emozioni e le sue esperienze, non più della bambina che era, ma della donna che sta diventando. Tove è ora alle prese con la carriera, o meglio con i primi lavori, senza però abbandonare il suo desiderio di scrivere poesie e di affermarsi in questo campo. Se da una parte mira alla sua realizzazione e all’indipendenza, dall’altra la vediamo vivere i primi amori, che svolgeranno anche un ruolo nella sua consacrazione come scrittrice. Ancora una volta, paura, gioie, speranze, dolori vengono messi nero su bianco tra le pagine del suo memoir, più intenso del primo “Infanzia”. Proprio questo cadenzare delle stagioni della vita di ciascuno di noi, dà un senso di vicinanza alle vicende di Tove Ditlevsen, sebbene la sua realtà possa risultare distante e diversa per molti di noi. Tuttavia, il suo mettersi a nudo e l’analisi continua su di sé e sugli avvenimenti che deve affrontare rendono il libro “avviluppante”, alla stessa maniera di come lo era il precedente:
“Davanti a tutte queste cose permanenti e invariabili, mi rendo conto di detestare i mutamenti. È difficile restare tutti d’un pezzo, quando le cose che si hanno intorno cambiano faccia.”
“Gioventù” di Tove Ditlevsen continua il racconto della vita della scrittrice, che nel diventare adulta dovrà fare delle scelte, eppure non abbandonerà mai la sua passione, che anzi la aiuterà a vivere e a superare momenti difficili. Anche il suo stile cambia, raggiungendo punte di maturità estranee a “Infanzia”, rendendolo per questo motivo ancora più bello e intenso rispetto al precedente. Se il primo vi era sembrato un buon esordio, questo vi conquisterà, facendovi riflettere su situazioni comuni, tra i suoi alti e bassi, che alternano il dolce all’amaro, come sempre accade in questi casi.
Consigliato per chi cerca un romanzo autobiografico, per chi ha letto il primo capitolo “Infanzia”, per chi sta cercando un libro ben scritto con tratti di poesia, per chi vuole rifugiarsi tra le pagine di un libro che racconta la vita vera, per chi non ha paura di lasciarsi coinvolgere, per chi ama le riscoperte, per chi è pronto anche a farsi travolgere dalle emozioni.
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La citazione dal libro:
Dopo che se n’è andato, mi guardo intorno, mentre sto in mezzo alla mia famiglia, a questi volti che mi circondano fin dall’infanzia, e li trovo stanchi, invecchiati, come se gli anni che io ho impiegato a diventare adulta li avessero totalmente consumati.
Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.
