Vi sono un’infinità di combinazioni e un’infinità di libri che attendono di essere letti. Oggi vi darò tre consigli di lettura, adatti anche alla stagione balneare che sta per cominciare. Il primo consiglio appartiene alla categoria dei classici, un breve romanzo scritto da Irène Némirovsky, “Il ballo”, tradotto da Alessandra Di Lernia per Newton Compton. Qui l’autrice ci regala una lettura piacevole, in uno stile raffinato ed elegante, dove emerge sin da subito una delle tematiche autobiografiche, comune ad altri suoi romanzi, ovvero il rapporto conflittuale con la madre. In breve: i Kampf sono dei parvenu che decidono di affermare il loro nuovo stato sociale, organizzando un ballo per le persone altolocate, al quale però la madre impedirà alla figlia Antoinette di partecipare.
Il secondo consiglio è un saggio, scritto dal fondatore di Adelphi, Roberto Calasso, “L’impronta dell’editore”. Qui sono state riportate alcune sue conferenze in forma scritta e ampliate, tutte inerenti argomenti legati all’editoria, spiegando un po’ i meccanismi sottesi alle case editrici, rivelando dei risvolti su Adelphi e sulle scelte praticate anche da altre case editrici nostrane e internazionali, come la tedesca Suhrkamp. Non può mancare per chi vuole saperne di più sui libri e sulle scelte imprenditoriali strettamente connesse alla loro produzione. Pur trattandosi di una lettura più impegnata, non risulterà mai pesante, ma al contrario molto interessante, perché farà luce su un mondo di cui spesso si tende a vedere il lato romantico piuttosto che quello pratico.
Nelle sue conversazioni con Kuffer, Dimitrijević ha usato due parole per definire il mestiere dell’editore: traghettatore e giardiniere. Queste due parole, per un orecchio poco esperto, possono sembrare segni di modestia. Credo al contrario che rivelino la più grande ambizione. Sia il traghettatore sia il giardiniere hanno a che fare con qualcosa che preesiste: un giardino o un viaggiatore da trasportare. Ma anche ciò che usualmente si chiama creazione ha a che fare con qualcosa che preesiste. Ogni scrittore possiede in se stesso un giardino da coltivare e un viaggiatore da trasportare: niente di più. Altrimenti, dovrebbe avere a che fare con un personaggio assai meno interessante, che è il suo stesso Io. Ma le due parole usate da Dimitrijević non sono soltanto il segno della più grande ambizione. Per me sono anche l’evocazione di un sogno antichissimo.
Roberto Calasso, “L’impronta dell’editore”, edito da Adelphi
Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.
Il terzo e ultimo consiglio è il vincitore del premio Strega nel 2022, Mario Desiati con il suo “Spatriati”. È la storia di Claudia e Francesca, vissuti in una città di provincia, Martina Franca, che sta a entrambi troppo stretta e che li porterà ad andare lontano, fino a Berlino, per comprendere meglio la propria realtà e scoprire chi si è davvero. Il romanzo racchiude tante tematiche: amore, amicizia, dolore, senso di appartenenza, la ricerca di se stessi e l’accettazione della propria identità, tutti elementi che avendo un carattere universale permettono al lettore di seguire la vita di questi due giovani, che non differiscono da noi o da amici o conoscenti.
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