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Come il mare prende e dà, divide e unisce: “La leggenda del ragazzo che credeva nel mare” di Salvatore Basile

Come il mare prende e dà, divide e unisce:  “La leggenda del ragazzo che credeva nel mare” di Salvatore Basile

Collage ideato da: Globewanderin

Si intuisce già dal titolo uno dei protagonisti del libro, ovvero il mare che incanta ma allo stesso tempo fa paura a Marco, un giovane alla ricerca della sua vera identità. Strizzando forse l’occhio a una storia celebre apparsa sul grande schermo, Salvatore Basile intesse la sua leggenda, raccontando della passione improvvisa di Marco per i tuffi e di come questi lo aiutino a scoprire il suo passato. Come la quiete lascia il posto alla marea, così nella vita del protagonista si alternano momenti di calma ad altri più complessi, che rispecchiano il suo tumulto interiore, d’altronde tipico per un ragazzo di 18-19 anni, che per giunta non sa niente della sua vera famiglia e ha passato gran parte del suo tempo in affidamento.

Più che l’evolversi della vicenda, a tratti prevedibile, a colpirmi è stato il modo di scrivere dell’autore, poetico e cristallino, poiché dipana con chiarezza i sentimenti dei personaggi, cullati dal rumore delle onde del mare. Così si fa largo un’ultima figura determinante per la storia, la fisioterapista Lara che diventerà un punto di riferimento e un sostegno per il giovane, malgrado sia a sua volta spaesata e in fuga dal suo passato. Salvatore Basile ha dato vita in “La leggenda del ragazzo che credeva nel mare” a un romanzo in cui si sprigiona la bellezza delle parole e che si apprezza andando al di là della superficie, lasciandosi trasportare dalla brezza marina e seguendo questo canto d’amore dedicato al mare che trascina fino in riva questo sentimento, legante predominante di tutta la storia che i lettori dovranno a poco a poco scoprire.

Consigliato per chi ama il mare, per chi apprezza le storie reali in cui i protagonisti cercano e ritrovano sé stessi, per gli amanti della buona scrittura e delle parole, per chi vuole dedicare qualche ora a una lettura piacevole che lascia delle belle sensazioni.

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Lara si impadronì di quelle due parole, le imprigionò tra le ciglia che si chiusero nel tempo di un solo battito e sentì la voglia di ripeterle ad alta voce, di urlare mille volte «mi dispiace» per tutto ciò che era accaduto, per quella sera maledetta, per il dolore che aveva impregnato tutto il dopo e che aveva invaso le loro vite, inchiodandole, nello stesso tempo, al passato, a quel momento, a quell’ultima volta in cui le stelle avevano brillato sul soffitto.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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