Un mix di libri con citazioni on the rocks

Un classico moderno della letteratura da brivido: “L’incubo di Hill House” di Shirley Jackson

Un classico moderno della letteratura da brivido: “L’incubo di Hill House” di Shirley Jackson

Fonte immagine: Globewanderin

Ci sono tanti libri di genere (fantastico, distopico, horror e così via) che meritano di essere letti, anche da chi non ama particolarmente questo tipo di letteratura e “L’incubo di Hill House” di Shirley Jackson, tradotto da Monica Pareschi per Adelphi, rientra di buon grado tra questi. Al centro della storia c’è una casa infestata, losca, abitata da oscure presenze, in cui arriva il professore Montague che ha il compito di indagare l’origine di questi fenomeni soprannaturali. Insieme a lui Eleanor Vance, una giovane suggestionabile ancora alla ricerca di un proprio posto nel mondo, l’artista Thedora e Luke, il nipote dei proprietari di Hill House.

Shirley Jackson ci presenta a poco a poco i personaggi e ci illustra le dinamiche che si innescano tra loro nel corso della narrazione. Sin da subito Eleanor appare la più soggetta a farsi risucchiare dalle mire della casa e molto spesso entreremo nella sua psiche, conoscendo i suoi desideri e soprattutto le sue paure. Seppur ricerchi la libertà e voglia rifuggire dalla realtà, è lei stesso ostacolo alla realizzazione delle sue aspirazioni e la sua speranza che dal contributo dato allo studio del professore Montague possa uscirne qualcosa di buono, si rivela ben presto vana.

Oltre ai personaggi citati sopra, a cui si aggiungono anche la moglie del professore e l’aiutante di quest’ultima Arthur, entrambi fermi sostenitori dell’esistenza del soprannaturale, è la casa a monopolizzare la scena: veri e propri fantasmi non se ne vedono, ma la sua presenza ingombrante si fa gradualmente sempre più pressante. La casa non vuole e non passerà inosservata. Tuttavia, non ci sono elementi horror come ci si aspetterebbe, ma la Jackson fa leva sulla paura e altera i legami del gruppo, minandone i pensieri. In un sottile gioco psicologico, Shirley Jackson in “L’incubo di Hill House” erige sapientemente una casa della paura, costituita da presenze immaginarie che generano inquietudine e quasi rivendicano il loro controllo sui personaggi. Se a questo si aggiunge lo stile nitido e classicheggiante dell’autrice, ecco che si ottiene un romanzo moderno della letteratura da brivido, senz’altro da leggere per i cultori del genere ma non solo.

Consigliato per gli amanti degli horror, per chi ama i romanzi psicologici, per chi sostiene la lettura dei classici, per chi nota la scrittura che genera particolari sentimenti in chi legge, per chi sta cercando un’ottima lettura per Halloween, per chi non teme libri dalla struttura classica con un proprio ritmo non necessariamente scorrevole, per chi vuole avvicinarsi ai libri di Shirley Jackson, per chi vuole dedicarsi alla lettura dei classici moderni.

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La citazione dal libro:

L’occhio umano non può isolare l’infelice combinazione di linee e spazi che evoca il male sulla facciata di una casa, e tuttavia per qualche ragione un accostamento folle, un angolo sghembo, un convergere accidentale di tetto e cielo, facevano di Hill House un luogo di disperazione, tanto più spaventoso perché la facciata sembrava sveglia, con le finestre vuote e vigili a un tempo e un tocco di esultanza nel sopracciglio di un cornicione. Quasi ogni casa, colta di sorpresa o da un’angolazione bizzarra, può volgere uno sguardo profondamente burlesco su chi la osservi; persino un comignolo dispettoso, o un abbaino che sembra una fossetta possono suscitare nell’osservatore un senso di intimità; ma una casa arrogante e carica d’odio, sempre in guardia, non può che essere malvagia.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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