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Il non detto e le varie forme di amore: “Le mezze verità” di Elizabeth Jane Howard

Il non detto e le varie forme di amore: “Le mezze verità” di Elizabeth Jane Howard

Ci sono cose che vengono omesse e taciute per non dispiacere l’altro, ci sono cose che non si riesce ad ammettere neanche a se stessi; in un caso o nell’altro questa sensibilità può essere vista come una forma d’amore, un amore forte verso qualcun altro o un forte amor proprio. Da qui prende le mosse “Le mezze verità” di Elizabeth Jane Howard, tradotto da Manuela Francescon, per Fazi Editore.

Con la sua penna delicata e sensibile  Elizabeth Jane Howard ci introduce sin da subito i personaggi della storia, di cui seguiamo le vicende nell’arco di tre mesi di un anno imprecisato: c’è Alice, la figlia del Colonnello che si è risposato con May, madre a sua volta di Elizabeth e Oliver; in apertura facciamo la conoscenza di ognuno di loro che sarà presente al matrimonio di Alice e a poco a poco l’autrice delineerà i loro caratteri, partendo dai contorni fino ad arrivare ai loro desideri più profondi. Ad arricchire la trama uno humor sottile che si alterna a riflessioni più serie, camuffate in modo ironico dalla bravissima Elizabeth Jane Howard. In “Le mezze verità” si indaga sulle relazioni di coppia, ma anche sul rapporto genitori-figli e su quello tra fratelli e sorelle, dai quali emergerà un ampio ventaglio di emozioni che tingeranno le varie forme di amore. Anche la presenza di animali domestici contribuisce a dare un senso di autenticità al calore familiare regalando contemporaneamente un tocco di leggerezza agli eventi raccontati.

Malgrado si parli d’amore, non si tratta affatto di un romanzo sentimentale, ma piuttosto di una storia che s’inoltra nei meandri dell’animo umano, trovando una giusta misura durante la narrazione, che non risulta né pesante né esageratamente leggera. Al lato descrittivo e introspettivo si affianca anche una parte più avvincente, che rivela colpi di scena e imbocca strade inaspettate. “Le mezze verità” di Elizabeth Jane Howard lasciano spazio al non detto, descrivendo stati d’animo, pensieri e reazioni in maniera sensibile, mescolando il genere della commedia con tratti di un noir, perciò il romanzo non può essere inquadrato completamente ma riserva quel pizzico di stupore unito a una sensazione piacevole, che solo una storia ben scritta sa dare.

Consigliato per chi ama le storie delicate, per chi ama le storie con personaggi ben delineati psicologicamente, per chi è già stato catturato dalla scrittura di Elizabeth Jane Howard, per chi vuole trarre proprie conclusioni dal non detto, per chi cerca una lettura né troppo pesante né troppo leggera, per chi apprezza le contaminazioni tra vari generi, per chi ama la bellezza delle parole, per coloro che oltre alla psicologia vogliono anche un po’ d’azione, per chi cerca un buon romanzo con cui intrattenersi, per chi vuole riflettere sulla famiglia e sulle varie forme di amore, per chi cerca qualcosa di più di un piacevole intrattenimento.

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La citazione dal libro:

Alice, povera ragazza, possedeva la penosa abilità di confondersi e mettersi in imbarazzo da sola, anche nella solitudine di pensieri casuali e innocenti: gran parte dei suoi momenti privati in cui non era concentrata su qualcosa (e ne aveva molti, essendo una persona piuttosto timida), li trascorreva in realtà in compagnia di un dispettoso folletto immaginario, anonimo e irridente, la cui missione era farla cadere in contraddizione oppure in osservazioni banali o doppi sensi o semplici sciocchezze, per poi puntarle il dito contro.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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