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L’esordio di una scrittrice inglese sotto mentite spoglie: “Le disavventure di Amos Barton” di George Eliot

L’esordio di una scrittrice inglese sotto mentite spoglie: “Le disavventure di Amos Barton” di George Eliot

Corre l’anno 1858, quando una giovanissima George Eliot, pseudonimo di Mary Anne Evans, pubblica “Le disavventure di Amos Barton“, tradotto ora da Francesca Frigerio per i tipi di Fazi Editore. Si tratta del primo romanzo breve della serie “Scene di vita clericale” che decreta l’esordio narrativo di questa scrittrice.

Il protagonista della storia è lui, Amos Barton, il parroco della chiesa di Shepperton, stranamente poco amato dai suoi concittadini, ma grazie alla moglie riuscirà a fare a poco a poco breccia nei loro cuori. A fare da sfondo al nucleo principale, c’è la comunità di Shepperton, che confabula, critica e tiene in poco conto il parroco. Il tutto è arricchito dalle descrizioni e dalle acute osservazioni di un narratore onnisciente, nato dalla penna di George Eliot.

Grazie a questo primo romanzo “Le disavventure di Amos Barton” si comincia a prendere familiarità con lo stile dell’autrice e si apprezzano le scene di vita vissuta da lei rappresentate. A episodi seri e drammatici si alternano battute e ironia che sviluppano il romanzo in un crescendo che raggiunge il suo culmine nel finale. L’intreccio risulta interessante alla luce degli altri libri che verranno pubblicati e per l’affresco che emerge della società inglese del XIX secolo,  ritratta subito dopo la riforma religiosa. Inoltre rappresenta un primo approccio allo stile di questa scrittrice inglese, che scelse di scrivere sotto pseudonimo (maschile per giunta), per non incappare in pregiudizi e stereotipi, ma soprattutto per avere la possibilità di esprimersi liberamente ed essere presa sul serio, cosa che purtroppo non sarebbe accaduta se avesse scritto con il suo vero nome.

In conclusione, “Le disavventure di Amos Barton” di George Eliot è un buon esordio, che mi ha convinto soprattutto verso la fine, apprezzabile da chi già conosce lo stile della scrittrice.

Consigliato per i fan di George Eliot, per gli appassionati della letteratura inglese, per chi vuole approfondire i temi del passato, per chi ama gli esordi.

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Grazie a Dio, dunque, possiamo illuderci un po’ – in modo da continuare a essere utili e piacevoli – di non sapere esattamente cosa pensano i nostri amici di noi, che il mondo non è fatto di specchi che ci mostrino l’immagine che stiamo dando di noi e quel che sta accadendo proprio alle nostre spalle!

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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