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La nascita di un talento: “Il canto dell’allodola” di Willa Cather

La nascita di un talento: “Il canto dell’allodola” di Willa Cather

Di storie di successo son piene le tasche si potrebbe affermare, eppure il percorso che conduce in cima è diverso a seconda dei casi. Ne “Il canto dell’allodola” di Willa Cather, tradotto da Giuseppina Oneto,  si schiude davanti ai nostri occhi la vita di Thea Kronborg, la quarta figlia in una famiglia svedese residente a Moonstone, nel Colorado (Stati Uniti). Piano piano assistiamo all’ascesa di Thea nel mondo dell’opera lirica, dove si contraddistinguerà per la sua voce.

Ampio spazio è dedicato all’infanzia della protagonista, momento in cui si comincia a intravedere il suo carattere forte ed emerge la sua passione musicale. Più che dalla famiglia, l’incoraggiamento arriva dall’esterno, da persone importanti nella vita di Thea, come il dottor Archie o il macchinista Ray. Grazie a loro la giovane andrà a Chicago e prenderà lezioni per compiere il suo destino, ovvero diventare una grande cantante lirica. Il lettore la segue lungo il sentiero, tra alti e bassi, incontri importanti ed episodi decisivi che permetteranno alla protagonista di realizzarsi. La musica e l’arte sono sempre presenti al fianco della protagonista e non ci abbandonano mai neanche a noi lettori che la accompagniamo.

Come nei grandi romanzi, la vita di Thea è scandagliata nei minimi dettagli e viene messo in risalto il suo rapporto con la famiglia, con i suoi concittadini nonché suoi amici, che contribuiscono ad arricchire la trama. La storia è apparentemente semplice e si svolge in maniera lineare, ma riesce a regalare belle emozioni. L’approfondimento dei personaggi è ciò che rende “Il canto dell’allodola” interessante: malgrado Thea sembri sempre brillare di luce propria, è anche grazie all’aiuto della comunità di persone intorno a lei che da bruco si trasforma infine in una bellissima farfalla. Per l’epoca in cui si svolgono i fatti – siamo tra le fine del 1800 e i primi del ‘900 – la figura di Thea si discosta dai classici canoni femminili e rivendica un ruolo diverso dal solito. Si scorge quindi un femminismo di fondo, rappresentato a pieno dalla protagonista.

Da una parte abbiamo quindi la storia con i suoi elementi caratterizzanti, dall’altra la buona riuscita de “Il canto dell’allodola” è imputabile alla prosa elegante di Willa Cather, che in maniera precisa e senza mai sembrare ridondante ci svela a poco a poco le vicende importanti nella vita di Thea Kronborg. Proprio per la sua prosa raffinata, per lo sviluppo della trama e per l’analisi dei personaggi, “Il canto dell’allodola” rientra tra i classici meno conosciuti che meritano di essere letti. Una vera sorpresa dai tratti classicheggianti ma con uno spirito moderno e attuale.

Consigliato per gli amanti dei classici, per chi ama le grandi storie con un lieto fine, per gli appassionati di musica, per chi vuole leggere qualcosa di passato ma che nasconde una forte attualità, per coloro che esigono approfondimenti psicologici dei personaggi, per coloro che vogliono leggere di storie di successo, trasformazione e rinascita, per chi si pone degli obiettivi ed è determinato a raggiungerli.

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La citazione dal libro:

Il giorno del suo tredicesimo compleanno Thea vagò a lungo sui costoni di sabbia, raccogliendo cristalli e osservando i fiori gialli dei fichi d’India con le loro migliaia di stami. Guardò le dune finché desiderò essere lei una duna. Eppure sapeva che un giorno si sarebbe lasciato tutto alle spalle. Le dune sarebbero cambiate a ogni ora, gialle, viola e color lavanda, e lei non ci sarebbe stata. Da quel giorno ebbe l’impressione di condividere un segreto con Wunsch. Insieme avevano sollevato un coperchio, avevano aperto un cassetto e avevano guardato. Nascosero ciò che videro e non ne parlarono mai più; ma nessuno dei due se ne dimenticò.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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