Da sempre attorno a figure reali aleggia un alone di mistero e non sono rari scandali e intrighi a corte. Soprattutto guardando al passato, sono innumerevoli le congiure perpetrate a danni di persone importanti così come le guerre portate avanti in nome della religione e in quest’ottica si sviluppa la storia de “Il re ai confini del mondo”, scritta dallo statunitense Arthur Phillips e tradotta da Silvia Castoldi per Fazi Editore. Il momento storico raccontato è quello verso la fine del regno della regina Elisabetta I, senza eredi, a cui dovrebbe succedere Giacomo VI di Scozia, ma sarà in grado di regnare anche sull’Inghilterra protestante senza farla ripiombare nelle maglie della guerra tra protestanti e cattolici? Toccherà a Geoffrey Belloc, una spia della regina, ordire un piano ben congegnato per scoprire la vera fede del futuro re di Inghilterra, servendosi di un dottore ottomano in esilio.
“Il re ai confini del mondo” è un romanzo storico, che intesse sapientemente una storia di spionaggio al suo interno, senza lesinare nella descrizione dell’ambiente e dell’atmosfera dell’epoca, soffermandosi sulla psicologia dei personaggi e aprendo le porte anche ad altre possibilità, che avrebbero potuto portare a un esito diverso, possibilità immaginate, pensate e che in alcuni casi si sono concretizzate. Proprio questi aspetti contribuiscono a mantenere continuamente alta l’attenzione del lettore, che difficilmente avrà modo di annoiarsi. La narrazione, costruita come tessere a sé stanti dello stesso puzzle che infine si riuniscono per delineare l’atto finale di un presunto dramma, procede avvincente capitolo dopo capitolo per dischiudersi completamente in un finale sublime.
Grazie a libri come “Il re ai confini del mondo” ci si avvicina alla Storia e si apprendono spaccati di eventi in modo diverso e più intrigante rispetto a quanto raccontato sui classici manuali, andando ben al di là della superficie e lasciandosi trasportare da un pensiero, che potrebbe sfociare in una possibilità, in un modo di interpretare quanto si è verificato. Forse finzione, ma che affonda le sue radici nella realtà. Chiunque voglia leggere un romanzo storico ben architettato, che fonde allo stesso tempo altri generi, raccontando in modo arguto ma leggero il termine dell’Era Elisabettiana, rimarrà piacevolmente sorpreso da “Il re ai confini del mondo” di Arthur Phillips, una storia che in un crescendo descrive le sorti del Regno Unito indagando però altre molte, forse infinite possibilità.
Consigliato per chi ama riflettere in maniera diversa sulla Storia, per chi adora le atmosfere del 1600, per gli appassionati della storia dell’Inghilterra e della sua sovrana Elisabetta I, per chi ama i thriller, per gli amanti delle belle parole, per chi crede che dietro ogni scelta, ogni azione, si nascondano effetti differenti, per chi non si ferma alla superficie, per chi apprezza il teatro, per chi cerca un romanzo à la Ken Follett ma meno denso e con caratteristiche peculiari, per chi vuole perdersi tra le pagine di un buon libro.
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La citazione dal libro:
A ripensarci, si trattava di una battaglia tra due storie immaginarie. Solo una delle due poteva diventare vera: l’immaginazione più forte sarebbe stata ricompensata dal trasformarsi in realtà. Maria di Scozia aveva concepito di rovesciare Elisabetta. Walsingham aveva concepito di permettere alla sua storia di dispiegarsi fin quasi al coronamento e poi bloccarla, farla nascere morta. Il figlio concepito da lui sarebbe sopravvissuto; il figlio concepito da lei sarebbe uscito dal grembo solo per poi avvizzire sotto i suoi occhi inorriditi.
Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.