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Un tumulto di emozioni per raccontare l’ETA, l’altra faccia dell’indipendenza basca in “Patria” di Fernando Aramburu

Un tumulto di emozioni per raccontare l’ETA, l’altra faccia dell’indipendenza basca in “Patria” di Fernando Aramburu

Intenso. È il primo aggettivo che mi viene in mente per riassumere “Patria” di Fernando Aramburu (tradotto da Bruno Arpaia), che con il suo stile particolare ci avvicina al popolo basco e alla sua lotta armata per l’indipendenza dalla Spagna. In particolare quello su cui si sofferma lo scrittore sono gli atti terroristici compiuti dall’ETA, che nel romanzo arrivano persino a spezzare il profondo legame di amicizia tra due famiglie, perché una diventa vittima e l’altra carnefice. Lo scrittore ci mostra la prospettiva di entrambe le famiglie e lascia a loro il compito di raccontare ciò che è successo.

Ci inerpichiamo così lungo un percorso doloroso, quello di Bittori specialmente, segnato da emozioni contrastanti, difficili e che cambiano con il tempo. A questi sentimenti si contrappone l’idealismo di una lotta iniziata in nome della patria, ma che in realtà non porta da nessuna parte, come dimostrato anche dalla piega che ha preso la vita di Joxe Mari, un militante dell’ETA. Con un buon ritmo, Aramburu indaga i ricordi e i pensieri di Bittori, di Miren (la madre di Joxe Mari) e dei rispettivi componenti di ciascuna famiglia, ricostruendo a poco a poco l’accaduto e assorbendoci sempre più all’interno di questa storia corale.

Da notare è lo stile dell’autore: i punti di vista trattati cambiano costantemente, dando l’impressione a noi lettori di conoscere meglio le emozioni di tutti i personaggi principali, mentre inserendo termini baschi nei dialoghi dei personaggi, Aramburu tende a ricreare un forte senso identitario, restituendo quella patria presente nel titolo. Emozioni, identità, maturazione: sono alcuni dei temi che si scorgono dedicandosi alla lettura di “Patria“, un romanzo d’impatto, scritto magistralmente e con un finale perfetto.

Consigliato per chi ama i romanzi corali, per chi vuole saperne di più sul popolo basco e sull’ETA, per quelli che non hanno paura di vivere diverse emozioni, per coloro che vogliono riflettere e capire che cosa si nasconde dietro ad azioni e idee, ma anche per chi vuole farsi trascinare nella storia narrata in questo romanzo, seppur distante dalle  proprie concezioni.

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L’ama aggiunse che se il vento soffia sulla brace, la fiamma si ravviva. In realtà, i tre, senza confessarlo, sentivano di nuovo la loro bruciatura interiore ogni volta che si verificava un attentato. Non era un argomento abituale delle loro conversazioni. Lasciavano passare i delitti dell’ETA senza commentarli, come se avessero stretto un accordo tacito di rimanere in silenzio.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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