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Un tragico fatto di cronaca americana: “Acqua nera” di Joyce Carol Oates

Un tragico fatto di cronaca americana: “Acqua nera” di Joyce Carol Oates

Attingere da fatti reali per raccontare storie inventate non è insolito in campo letterario e i risultati possono essere vari. Parte da un espediente simile il romanzo “Acqua nera” della scrittrice americana Joyce Carol Oates, tradotto per Il Saggiatore da Maria Teresa Marenco. La trama è semplice: un’auto sbanda sull’Indian River, alla guida un senatore degli Stati Uniti e al suo fianco una giovane ragazza, idealista, conosciuta poco prima a una festa, Elizabeth Kelleher, chiamata più semplicemente Kelly. I fatti si svolgono il 4 luglio a metà degli anni ’90, mentre l’avvenimento da cui scaturisce il romanzo risale agli anni ’60 quando Teddy Kennedy fu coinvolto in un incidente autostradale in cui perse la vita la sua segretaria.

Era un democratico progressista vecchio stile, un frutto degli anni sessanta, un uomo della Great Society con una dedizione ostinata e zelante alle riforme sociali apparentemente non amareggiato né scoraggiato e neppure molto sorpreso di fronte all’opposizione suscitata dalle sue idee umanitarie nell’America di fine secolo poiché la sua vita era la politica, sai cos’è la politica alla fin fine: l’arte del compromesso.

Non è un caso che la Oates abbia deciso di rielaborare questo episodio a modo suo e di situarlo proprio il giorno dell’indipendenza americana: dietro il velo della finzione si nasconde infatti una critica alla politica statunitense, che non guarda in faccia nessuno e non si preoccupa della vita di una giovane, ma piuttosto mira all’autoconservazione. Mentre il senatore riesce a salvarsi, Kelly rimane intrappolata in mezzo all’acqua nera del fiume, aspettando i soccorsi e ripercorrendo la sua vita fino a quel momento tramite sprazzi di memorie, più o meno lontane. In un vortice di sensazioni e ricordi seguiamo da vicino gli ultimi istanti di Kelly Kelleher, presentati come un lungo flusso di coscienza dai toni angoscianti e dal ritmo serrato.

L’avvenimento in sé offre spunti di riflessione e occasioni per fermarsi a pensare sulle imperfezioni della società statunitense, ma la particolarità di “Acqua nera” risiede nello stile della scrittrice, che punta a suscitare emozioni forti nel lettore. Inoltre viene data una chiave di interpretazione alla storia politica statunitense recente, narrando in maniera serrata e a tratti inquietante un tragico fatto di cronaca, che rivive qui attraverso la lente dell’arte, ma che purtroppo è avvenuto anche realmente. In definitiva, un approccio interessante per iniziare a conoscere Joyce Carol Oates.

Consigliato per chi vuole leggere opere di scrittori statunitensi americani, per chi cerca di riflettere sugli Stati Uniti, per gli idealisti, per chi non ha paura di scontrarsi con la dura realtà, per chi cerca interpretazioni diverse della realtà, per chi odia le ingiustizie, per le persone riflessive.

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La citazione dal libro:

Diverse volte in vita sua Kelly Kelleher si era trovata coinvolta in eventi di carattere altrettanto repentino e sconcertante e ogni volta si era scoperta incapace di urlare e ogni volta, dal primo istante in cui aveva capito di aver perso il controllo degli eventi – il destino del suo corpo sottratto al controllo del cervello – non aveva avuto la percezione coerente di quello che stava succedendo.

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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