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Attraversando l’Africa: “Le mie fiabe africane” di Nelson Mandela

Attraversando l’Africa: “Le mie fiabe africane” di Nelson Mandela

Fonte immagine: Globewanderin

Chi meglio di Nelson Mandela, presidente del Sudafrica, attivista in prima linea nella lotta contro l’apartheid e premio Nobel per la pace, poteva guidarci alla scoperta delle tradizioni e della cultura della sua terra? Il ricordo del leader, scomparso nel 2013, resta ancora vivo nei suoi scritti, tra cui si può annoverare anche “Le mie fiabe africane“, una raccolta di trenta fiabe, provenienti da diverse parti del continente africano.

Tradizione vuole che siano i cantastorie a narrare queste storie fantastiche che celano un insegnamento conclusivo e che sono state trasposte in forma scritta per diffondere i tesori nascosti dell’Africa.  Iniziando la lettura di ogni fiaba è come se si venisse trasportati lì, in quella parte di Africa, di cui si apprendono ora più da vicino gli usi e i costumi. Si tratta, in generale, di storie popolari, accomunate tra di loro dalla ripetizione di alcuni topoi caratteristici: ad esempio spesso viene dato risalto al cibo e agli animali, oltre che rimandare a un elogio della natura, quasi come se si volesse ritornare alle origini. Determinate caratteristiche vengono impersonate dalla lepre, conosciuta per la sua astuzia, e al serpente che dispone di poteri magici, o ancora il Leone viene visto come capo di tutti gli animali e per questo avrà il dono particolare di poter esaudire i desideri di tutti gli altri animali nella fiaba “I doni del Re Leone“.

Conferisce un ulteriore tocco fiabesco l’introduzione di elementi fantastici, come in “Van Hunks e il diavolo” e in “Asmodeus e l’imbottigliatore degli spiriti“, che sorprendono con i loro finali. Una morale importante emerge in “La madre che divenne polvere“, dove si mostra un uomo ormai indifferente verso la madre Terra, triste per i suoi figli che non hanno più rispetto per lei e quindi per la natura, ma ciononostante la madre non smetterà di amare incondizionatamente i suoi figli. Infine si aggiungono a questi tratti tipici delle fiabe africane, anche aspetti ironici e divertenti, rintracciabili in “Mmadipetsane” e in “Lupo, Sciacallo e il barile di burro“.

Ne “Le mie fiabe africane” di Nelson Mandela, tradotte da Bianca Lazzaro per Feltrinelli, si fa luce su storie a noi poco conosciute, che si destreggiano tra la finzione e la realtà, comunicando valori universali comuni a tutti i popoli.

Consigliato per chi è curioso e vuole conoscere il vasto continente africano, partendo dalle sue fiabe.

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La citazione dal libro:

Il tempo passava e la gente cominciò a dimenticare quel marinaio che era tornato dal mare. Un giorno, Van Hunks stava seduto come al solito in cima alla Montagna del Vento, e passava il tempo col telescopio e la pipa. All’mprovviso si accorse di avere qualcuno alle spalle. Van Hunks si girò di scatto. Dietro di lui c’era un uomo col cappello nero a punta e una barbetta nera a pizzetto.

Tratto da Van Hunks e il diavolo (Capo Olandese, Sudafrica)

Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.


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