Siamo nel 2016, subito dopo la vittoria di Trump alle elezioni americane, una vittoria inaspettata e non auspicata che farà emergere ancora più chiaramente le contraddizioni della società americana e decreterà forse la fine del sogno americano. Quel sogno americano che è stato ideale di libertà, possibilità di costruirsi da sé, di cambiare il proprio destino e che ora sotto la presidenza sembra sgretolarsi ancora di più. Molto spesso si guarda agli Stati Uniti come a una terra di opportunità, eppure le molteplici occasioni vanno a braccetto con le note contraddizioni, racchiuse ancora una volta nel romanzo di Arianna Farinelli “Gotico americano”, edito da Bompiani nella collana Munizioni. La protagonista è Bruna, una ricercatrice italiana e insegnante alla NYU, sposata con un medico americano che proprio per questo viene a contatto diretto con la cultura americana e ne svela gli aspetti più ostici, quelli più negativi, che si sono acuiti ancora di più durante il trumpismo.
Attraverso gli occhi di Bruna, se da un lato osserviamo come la società americana sia multiculturale, vediamo dall’altro come difficilmente la diversità, sia questa rappresentata dagli afroamericani, dai transgender o da altre minoranze, viene pienamente accettata, alla faccia delle apparenze che vedrebbero gli Stati Uniti come un paese aperto e pronto ad accogliere chiunque, permettendogli di ricominciare da zero (almeno questa era l’immagine che si cercava di trasmettere prima dei quattro anni della presidenza Trump). Arianna Farinelli elabora attraverso i suoi personaggi le sue esperienze nella Grande Mela e mette per iscritto i lati nascosti della società americana, di quell’America che ha votato Trump, sbattendo la porta in faccia a otto anni passati sotto la guida di un presidente nero, il primo della storia degli Stati Uniti. Con “Gotico americano” ci viene consegnato un ritratto di quella parte di America razzista, xenofoba e che ha paura del diverso, dando una spiegazione intrinseca al successo di Trump e ai motivi che hanno portato alla sua ascesa.
Oltre a soffermarsi sulla mai avvenuta integrazione dei neri nella società americana (perché i bianchi l’hanno sempre impedito), Farinelli punta i riflettori su un altro grande male dei nostri tempi, il terrorismo, che ha colpito al cuore gli Stati Uniti con la caduta delle Torri Gemelle, l’11 settembre 2001. In particolare, dai fatti narrati emerge chiaramente come il nemico sia sempre stato in casa e che forse l’Isis ha preso piede anche dalla mancata integrazione delle diverse culture. Una non accettazione che non poteva far altro che provocare odio e astio nei confronti di una nazione che ha teso una mano per poi ritirarla bruscamente, dando origine quindi a risentimenti sfociati in situazioni molto più gravi e dando quindi l’appiglio per lo svilupparsi di derive drastiche.
In un continuo rimando a un classico della letteratura americana, “Moby Dick” di Herman Melville, Arianna Farinelli svela cosa si nasconde nella pancia della balena e solleva tematiche attuali, che sono state una costante durante la presidenza Trump, ma non solo. “Gotico americano” appare infine come una riflessione ben documentata sui cardini importanti della democrazia statunitense, che affonda le sue origini nella guerra di Secessione e che da allora ha iniziato un percorso di mutamento, con alti e bassi. Un romanzo interessante, disilluso, che guarda in faccia la realtà e che fornisce delle spiegazioni al consenso di Trump, ma lo fa a modo suo, mescolando crudità e poesia in un’istantanea tagliente degli Stati Uniti di oggi.
Consigliato per chi vuole comprendere il successo di Trump, per chi vuole leggere dell’America contemporanea, per chi cerca spiegazioni sulla cultura statunitense, per chi cerca un libro che cattura con i suoi ragionamenti sapientemente elaborati all’interno di una storia inventata, per chi vuole conoscere il lato più oscuro degli Stati Uniti, per chi è contro le discriminazioni e fa fatica a darsi delle spiegazioni sul razzismo americano. Per quelli che non cercano un saggio ma vogliono leggere un romanzo che dia informazioni reali, collocandosi a metà tra saggistica e narrativa.
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La citazione dal libro:
All’università di New York si tenevano estenuanti dibattiti sul concetto di guerra preventiva e su quello di scontro di civiltà, mentre il governo americano si preparava a un imponente spiegamento di forze. Per mesi Bruna aveva discusso con Tom della follia di quella guerra. Tutta la famiglia Bene era a favore. Anche Tom lo era. Essere contrari voleva dire non amare il proprio Paese. “L’America è il poliziotto del mondo,” sentenziava Sal. “Non puoi criticare questo Paese che ti sta offrendo una così grande opportunità,” le ripeteva Amanda. A Bruna non era chiaro se, parlando di opportunità, Amanda si riferisse a Tom o alla carriera accademica.
Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.