Non di rado scrittrici e scrittori vengono visti come figure solitarie con la testa immersa nei propri pensieri e con uno sguardo sempre ai loro personaggi; ma quanto più questa immagine si accosta alla realtà, tanto più se ne discosta. Se c’era chi scriveva di posti esotici senza mai essersi mosso di casa, c’era anche chi raccontava nei suoi romanzi di avventure realmente vissute o di viaggi realmente intrapresi. È questo il caso di Agatha Christie, che insieme al marito archeologo Max Mallowan, intraprese diversi viaggi in Egitto, Palestina e in diverse parti del mondo. Non stupisce che alcuni suoi romanzi si ispirino alle sue esperienze di viaggiatrice, com’è il caso di “Delitto in cielo”, pubblicato per la prima volta nel 1935 e tradotto per Mondadori da Grazia Maria Griffini.
Lo spunto per il libro è dato dalla passione della Christie per i viaggi aerei; infatti volò per la prima volta nel 1911 rimanendone entusiasta. Nell’anno della pubblicazione di “Delitto in cielo”, nel 1935, iniziarono voli regolari tra Londra e Parigi e non è un caso che proprio qui ritroviamo il nostro Poirot sul Prometheus, un aereo di linea diretto a Parigi da Londra. In perfetto stile Christiano a bordo del velivolo verrà commesso l’omicidio dell’usuraia Madame Giselle e tutti i passeggeri a bordo saranno dei possibili sospetti, compreso il nostro Poirot. Il detective passerà ben presto da sospettato a risolutore del caso, fornendo infine la soluzione non scontata a un insolito delitto avvenuto con una cerbottana.
Come di consueto, Agatha Christie si destreggia tra indizi, travestimenti e depistaggi creando una storia originale dai risvolti psicologici, con al centro la verve e l’intelligenza dell’investigatore dalla testa d’uovo.
Consigliato per chi ama Poirot, chi cerca un giallo da leggere con la testa, per tutti gli estimatori di Agatha Christie, per chi va oltre le apparenze, per chi si cimenta nella risoluzione di casi di omicidio, per chi si fa sempre sorprendere da finali non scontati, per i lettori di thriller e gialli.
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La citazione dal libro:
Osservandola molto attentamente, Poirot si sporse un poco in avanti e disse: – Posso dirvi una cosa, mademoiselle Grandier? Fa parte del mio lavoro non credere a niente di quanto mi viene raccontato… a niente, cioè, che non sia stato provato. Io non sono abituato a sospettare prima questa, poi quella persona. Sospetto chiunque. Qualsiasi persona, che si trovi coinvolta in un delitto, viene considerata da me un criminale finché non si è dimostrata innocente.
Per altre citazioni consultate Cocktail di citazioni.